La città del razionalismo e della
metafisica: due appellativi
che fanno di Tresigallo un vero e proprio unicum nel panorama
italiano, stimolando la curiosità per scoprirne il fascino.
A pochi chilometri dalla città di
Ferrara, ed a poco più di mezzora dalla Costa Adriatica, questo
piccolo borgo fu in epoca medievale uno strategico centro di confine
fra l’esarcato di Ravenna ed il Regno longobardo mentre in epoca
rinascimentale divenne il fulcro delle prime attività di bonifica
avviate dagli Estensi.
Il suo periodo di massimo splendore
avvenne, però, nel XX secolo, più precisamente tra il 1933 e il
1939, grazie soprattutto all’opera di Edmondo Rossoni,
nativo del posto e designato Ministro dell’Agricoltura e delle
Foreste nel governo Mussolini a partire dal 1935. Grazie a lui,
Tresigallo subì una vera e
propria rifondazione, divenendo il luogo perfetto in cui attuare le
proprie idee di sindacalismo integrale:
costruire una città utopica in cui veder realizzata la
collaborazione di classe tra lavoratore e datore di lavoro.
L’ambizioso obiettivo del suo progetto
era quello di creare nuove risorse ed opportunità per i propri
concittadini ma anche, e soprattutto, un nuovo sviluppo, una
maggiore ricchezza ed un crescente benessere per una popolazione
povera ed agricola, abituata
ad emigrare in cerca di migliori condizioni di vita.
Ecco, quindi, che il primo passo del suo
disegno fu quello di costruire una strada di raccordo tra Tresigallo
e Ferrara, in modo da aprire il paese ai trasporti ed al commercio,
migliorando le condizioni di vita e prosperità dei suoi abitanti.
Non fu un caso, quindi, che in soli quattro anni Tresigallo vide la
sua popolazione passare da settecento a ben novemila persone.
Diversamente dalle «città nuove»
create dal Regime, Tresigallo fu «città di rifondazione», fornita
di una dotazione di servizi pubblici all’avanguardia per l’epoca
ed assolutamente di prim’ordine: la scuola del ricamo per le
ragazze, l’acquedotto, l’Albergo Italia, l’albergo di lusso
Domus Tua, l’asilo nido, la scuola elementare,
la Sala
da ballo Domus Tua,
la palestra, il teatro, la colonia post-sanatoriale, il campo
sportivo, la Casa del Fascio. E, a fianco di
tutto questo, il fulcro operativo della città: un impianto
agro-industriale autarchico costituito da oltre dieci stabilimenti di
trasformazione e sperimentazione dei prodotti, dalla canapa alla
cellulosa. E nessun dettaglio venne trascurato: la città fu
arricchita anche con un arredo urbano costituito da cento e più
lampioni, panchine, fontane e centinaia di alberi selezionati.
Palazzi ed edifici in perfetto stile
razionalista, con precise e
ben definite simmetrie, linee pulite ed essenziali, tinte color
pastello: geometrie e
cromatismi dalla cura straordinaria, che valsero a Tresigallo, la
definizione di “Città metafisica”, quasi come se fosse venuta
fuori dal pennello di Giorgio De Chirico.
Ancora oggi, a distanza di quasi
novant’anni, è possibile
immedesimarsi in quegli anni ed immergersi nelle atmosfere del tempo,
riscoprendo il fascino dei luoghi più caratteristici e peculiari del
periodo, attraverso un
affascinante percorso cittadino, dove storia e tradizione si fondono.
Il punto di partenza è la Casa della
Cultura che, ora sede della Biblioteca Comunale, fu prima la Casa
del Balilla e poi Casa del G.I.L. (Gioventù Italiana del Littorio);
era, quindi, il luogo deputato alla formazione fisico-ideologica dei
giovani. A fianco della Casa della Cultura troviamo uno dei luoghi
più fotografati di Tresigallo, un edificio anticamente destinato a
spogliatoi e bagni per i giovani inquadrati nelle formazioni
propagandistiche del regime: denominato “Sogni”, è oggi l’Urban
Center della città.
Altro edificio iconico è il Teatro
‘900, costruito a più
riprese tra il 1933 e il 1939 dagli operai tresigallesi; Edmondo
Rossoni, divenuto Ministro dell’Agricoltura, portò qui la grande
opera lirica, ospitando tra gli altri l’orchestra del Teatro
dell’Opera di Roma diretta da Mario Mascagni. Particolarmente
caratteristica Piazza della Rivoluzione o della Repubblica,
con al centro una fontana con sculture bronzee di gazzelle, che si
colloca lungo l’asse urbano che collega simbolicamente il luogo del
lavoro, la zona industriale, al luogo della memoria, il cimitero.
Tale luogo è circondato da un muro di cinta che viene spezzato, per
sottolinearne l’ingresso, da un poderoso portale a trifora a
chiusura del segmento urbano. Al suo interno è custodita la
tomba celebrativa di Edmondo Rossoni
e, tra le particolarità del luogo, la totale assenza del simbolo
della croce. Il cimitero ha anche da poco ottenuto il riconoscimento
del marchio “Cimiteri monumentali e storici dell’Emilia-Romagna”.
Tra
gli altri luoghi rilevanti, un passaggio lo meritano indubbiamente la
Colonia Post Sanatoriale,
che durante il periodo della rifondazione del paese ospitava donne in
fase di convalescenza in vista del loro reinserimento
lavorativo, la Chiesa
di Sant’Apollinare Martire,
con il porticato dall’impianto curvilineo e dalla forte simmetria
che enfatizza prospetticamente l’intero snodo urbano, la Casa
del Ricamo,
vero e proprio centro didattico-formativo destinato
alle ragazze madri che facilitava
l’integrazione delle giovani nel mondo del lavoro e nella società,
e la monumentale Casa del
Fascio, un tempo sede del
Partito Nazionale Fascista locale e tra gli edifici più
rappresentativi del regime.
L’atmosfera
delle festività natalizie renderà questo gioiello architettonico
ancora più bello, con le vie
e le piazze di Tresigallo e delle località limitrofe che verranno
vestite a festa. L’accensione ufficiale delle luminarie avverrà
venerdì 8 dicembre e durante tutto il mese saranno numerose
le iniziative legate al Natale, tra laboratori per bambini, momenti
musicali, esposizioni artistiche e spettacoli teatrali.
Nei giorni 7-8-9-10 e 15-16-17 dicembre, inoltre, Tresigallo farà da
cornice alla tradizionale festa “A
zzuen al maial in piaza”, la
sagra dedicata alla lavorazione della carne del maiale che ripropone
l'antico rito che si svolgeva nelle case dei contadini con
l'avvicinarsi delle feste.
(Comunicato stampa)