Le navate sono immerse in un silenzio carico di attesa.
Il maestro Pinamonti e il Coro polifonico di Santo Spirito fanno il loro ingresso e si dispongono dinanzi all’altare.
Iniziano a intonare il primo brano in programma: “Cantate Domino” di Giovanni Croce.
Ed ecco che l’ambiente comincia a risuonare per le voci intense e delicate.
L’atmosfera si carica di una forte spiritualità. Il pubblico segue con attenzione, immobile in un silenzio partecipe. Al termine del primo canto non scatta l'applauso: è come se gli spettatori temessero di interrompere qualcosa di prezioso, creato dalla tessitura delle voci di coriste e coristi.
Il maestro Pinamonti introduce ogni brano con riferimenti biblici, citando i versi più significativi del testo. La concentrazione aumenta e il concerto assume l’intensità della preghiera. Le navate esaltano le voci del coro, che si perdono negli ampi spazi della chiesa, rimbalzando in modo misterioso ed evocativo.
Il concerto prosegue e gli applausi non si contano. Il pubblico mostra di gradire il programma che, sviluppandosi tra testi di grande spiritualità, giunge poi ai canti natalizi più noti: da “Ding dong merrily on high” a “Jingle bell rock”, chiudendo con alcuni classici fuori programma (“Tu scendi dalle stelle” e “Astro del ciel”).
Al termine dell’esecuzione, rimane in tutti la sensazione di aver partecipato a qualcosa di più di un concerto, di aver gustato la dolce atmosfera delle festività natalizie, di cui c’è tanto bisogno in questi nostri tempi agitati.
Uscendo, non si può fare a meno di notare l’ampia tela di Giacomo Parolini (pittore del Settecento ferrarese) che, dopo varie traversie, torna a farsi ammirare nella chiesa di Santo Spirito.
(Domenico Allocca)
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