Purtroppo, nel 1943, fu colpito da una bomba, che ne provocò l'irrimediabile danneggiamento e la perdita di una parte del portico.
Quando, nel 1953 fu progettato Palazzo Lodi, Palazzo Panfilio era quasi un rudere di soli ventisei anni.
Chi apprezza un edificio diroccato risalente ad un'epoca così vicina e il cui stile era ormai odiato?
Dopo la guerra si dichiarò guerra a ogni ornamentalismo e Palazzo Lodi, con le sue linee pulite, razionali, equilibrate, rappresentava un esempio di eleganza e modernità. Palazzo Lodi era, inoltre allineato agli altri edifici di viale Cavour, conferendo all'insieme un senso di ordine e razionalità.
Si tratta di un condomino, adesso bisognoso di interventi, all'epoca destinato in parte ai dirigenti delle ferrovie padane e in parte alla buona borghesia.
Palazzo Lodi, progettato dall'ingegner Filiberto Lodi, dal quale prende il nome, meriterebbe una targa, in quanto è stato il primo palazzo in Italia ad essere stato progettato con il riscaldamento a pavimento ancora efficiente e perfettamente funzionante.
Al primo piano dello stabile ha vissuto la famiglia di Florestano Vancini.
È vero, adesso quello che nota la gente è lo stato di degrado e il fatto che copre il bellissimo Palazzo Panfilio, ma i centri storici delle città italiane sono così: frutto di superfetazioni che donano alle città un fascino incomparabile.
In quanto all'intervento su palazzo Panfilio dell'inizio degli anni 2000, il giudizio non può essere che positivo: è stata ridata nuova vita ad un edificio che diversamente sarebbe caduto a pezzi e, per ottenere ciò, bisogna scendere per forza a compromessi e accettare qualche modifica di troppo. È vero, prima dell'intervento l'edificio dei primi del Novecento, che affaccia su corso Isonzo, era di due piani più basso e ancora si poteva ammirare Palazzo Panfilio, seppur lateralmente.
Va precisato, tuttavia, e concludo, che per costruire Palazzo Panfilio fu demolito un edificio del Seicento e che magari fra cinquant'anni diranno che è stato un delitto demolire il Palazzo degli Specchi per costruire le Corti di Medoro.
Per capire le epoche passate dovremmo spogliarci della mentalità di quella in cui viviamo e nella quale siamo immersi.
(Paola Di Stasio)
Nessun commento:
Posta un commento