Il Natale a Ferrara arriva con cori Gospel, voci bianche e archi barocchi. Nella suggestiva atmosfera del Ridotto del Teatro Comunale, gli alunni del Conservatorio Frescobaldi si esibiscono con la freschezza e l’intensità del proprio talento, guidati da formidabili maestri, in occasione della sedicesima edizione del festival “InCorde”.
Anche tra il pubblico ci sono tanti ragazzi, che arrivano per ascoltare amici e compagni. La sala è già piena molto prima dell'inizio del concerto.
La
signora in felpa e scarponcini commenta: <<La
mia bimba è nel coro, una bella esperienza formativa>>.
La
nonna
in
cappottino attillato, trucco impeccabile e foulard
raffinato spiega
alla vicina:
<<I
ragazzi sono sempre in giro. Le iniziative del Frescobaldi sono
stimolanti e offrono la possibilità di mettersi alla prova>>.
Una
mamma scalpitante indica la figlia, che si appresta a suonare
nell’orchestra
giovanile, ed
evidenzia:
<<Ha
studiato tanto, è tanto brava>>. Un
giornalista digita il suo articolo sullo schermo dello smatphone,
mentre una studentessa completa la composizione di un testo sul suo
pc portatile.
Dalla
porta, che
si apre sulla sala del backstage,
si intravede una nidiata di cuccioli
pronti a misurarsi
con il pubblico,
imbracciando strumenti musicali
e
fogli di spartito.
Il programma è confezionato mescolando interessi spirituali e culturali, amalgama il repertorio colto e quello più popolare.
Il concerto ha inizio.
L’Angel fly del maestro Manolo da Rold fa venire i brividi, con il fruscio delle voci bianche da lui dirette. Con gli archi del Concerto di Arcangelo Corelli, la musica barocca fa irruzione nella sala, ma è con Quanno nascette Ninno, che si entra nel vivo della tradizione natalizia per lasciarsi poi trascinare dal coro Gospel di Roberto Manuzzi e Marta Ravaglia: il pubblico viene travolto dalla genuina gioia del Natale e si lascia coinvolgere, portando il tempo con lo schiocco delle dita e il battere le mani.
Alla fine dell’esecuzione tutti rimangono seduti, aspettando che la magia continui, ma il concerto è finito e si torna a casa con il cuore un po’ più leggero.
(Domenico Allocca)
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