sabato 28 settembre 2024

Il sessantesimo premio estense va a Francesco Costa con "Frontiera".

Dagli Stati Uniti alle prese con le elezioni presidenziali alle storie di donne iraniane (che combattono il regime), dal racconto di  sconosciuti episodi di guerra della Legione straniera francese alle minacce politiche all'autonomia della guardia costiera: il premio estense di Ferrara si conferma vitale e attento a quanto si muove nella società contemporanea, coinvolgendo le migliori penne del giornalismo italiano.
Sono 72 le opere presentate, tra cui la giuria ha scelto i quattro finalisti.
A condurre la manifestazione, per la ventesima edizione consecutiva, la giornalista televisiva, Cesara Buonamici (nota speaker del Tg5), che con disinvoltura e simpatia accompagna il pubblico alla scoperta dei saggi in concorso.
Gian Luigi Zaina, presidente della Fondazione Premio estense, apre la serata evidenziando le grandi potenzialità  del'Italia, che - nonostante sia un piccolo  territorio rispetto ad altri paesi più vasti - è al quinto posto nella classifica mondiale per le esportazioni e sta raggiungendo la quarta posizione. Ricorda, inoltre, le caratteristiche del premio, i punti di forza dell'iniziativa, anche la sua estrema democraticità; un esempio su tutti:  da questa edizione è stata allargata la partecipazione delle scuole, coinvolgendo anche quelle delle province di Bologna e Modena.
Prende poi il microfono il presidente di Confindustria - Area centro, Valter Caiumi, che traccia un ampio quadro della situazione economica attuale, soffermandosi sulle sfide in corso, a partire dalla  necessità di utilizzare l'intelligenza artificiale, poiché ormai tutti lo fanno.
Vengono poi presentate le quattro opere in concorso. Cesara Buonamici intervista i giornalisti finalisti, conducendo in modo gustoso e non banale un piacevole talk show.
Quando viene ricordato Franco Di Mare, scomparso recentemente,  scatta un commosso applauso del pubblico.
Arriva poi il momento di chiacchierare con Antonio Caprarica, notissimo giornalista televisivo, a cui è assegnata la "Colubrina d'argento", premio riservato a personalità, che hanno fatto la storia del  giornalismo.
Infine, con una forte ovazione del pubblico viene rivelato il nome del vincitore: Francesco Costa con "Frontiera", saggio che approfondisce le principali questioni politiche negli Stati Uniti alle prese con le elezioni presidenziali.
(Domenico Allocca)





venerdì 27 settembre 2024

Il Ferrara Film Festival è anche musica con la dj Regain

 

Il red carpet del festival diviene anche una pista da ballo, quando la dj Giulia Regain si scatena con la sua console all'ombra del campanile della cattedrale.



(Domenico Allocca)

Il dramma dei rifugiati e la tragedia dei suicidi giovanili al Ferrara Film Festival


Nella sesta giornata (ieri) la manifestazione cinematografica punta l’attenzione su importanti problemi del mondo contemporaneo: la fuga dai regimi politici oppressivi d’oriente e la depressione, che porta al suicidio nell’occidente opulento.

Ma il pomeriggio è aperto dalla verve dell’attrice e regista ferrarese, Roberta Pazi. La platea del Teatro Nuovo si scatena con applausi e urla d’entusiasmo (quasi da stadio) per la presentazione del suo cortometraggio “La paura di vincere”. Pazi gioca in casa – si potrebbe sostenere, proseguendo con la metafora calcistica – poiché tra le sue mille attività in città organizza e tiene laboratori teatrali ed è produttrice con la DestinationFilm. Il corto affronta il tema della paura di fallire, di non essere all’altezza della situazione; guest star: l’intramontabile cantautore Bobby Solo, che in un video - messaggio ha inviato i suoi saluti a Ferrara e al suo festival.

Poi vengono proiettati due documentari in selezione ufficiale. “What we fight for” (di Sara Del Dot e Carlotta Marrucci) conduce lo spettatore a immergersi nel dramma personale e sociale delle donne iraniane, che devono lasciare la propria terra per sfuggire a un regime totalitario e oppressivo. Le seguiamo nel loro doloroso viaggio tra violenze (fisiche ma anche sessuali), povertà ed emarginazione, ma anche durante coraggiose manifestazioni di protesta nelle piazze delle città europee con l’ormai famoso taglio dei capelli in pubblico.

Con “Losing Grace finding hope” (diretto da Marcia Carroll, che – presente sul palcoscenico di FFF – si commuove sinceramente, parlando della sua opera) la scena cambia completamente: siamo negli Stati Uniti per scoprire la tragedia di una ricca famiglia, che deve gestire il dolore per il suicidio dell’adolescente Grace, bella e intelligente, ma affetta da una forma di depressione genetica. In 94 minuti il pubblico soffre a contatto con una sottile e perfida forma di devastazione, che raggiunge i nostri giovani anche quando sembra posseggano tutto, il necessario e pure il superfluo.

La serata si conclude con l’attrice Carol Alt, che risponde alle domande del talk show del festival in una affollata piazza Trento e Trieste (con red carpet annesso) e poi siede in platea per assistere al film “My last best friend”, girato negli Stati Uniti da un italianissimo Filippo M. Prandi. Nato a Bologna, si mostra a suo agio nella conduzione di un lungometraggio tra le strade di New York.

Ancora proiezioni oggi con opere provenienti anche da Usa e Regno Unito.

(Domenico Allocca)




giovedì 26 settembre 2024

Il Ferrara Film Festival ricorda il cineasta Giorgio Ferroni

Il Ferrara Film Festival compie un salto indietro nel tempo e ricorda Giorgio Ferroni, grande regista ferrarese. Dopo aver condotto il pubblico in giro per i vari continenti (con film provenienti dall’America come dalla Cina), la kermesse si dedica alla cinematografia locale: ieri con la proiezione di “Inchiesta parlamentare sulla miseria”, e martedì con “Senza fiato” e “The fisherman, the alien, the sea”.

Riflettori puntati su una gloria cinematografica da valorizzare: Giorgio Ferroni, regista prolifico di film (tra gli altri alcuni fortunati “spaghetti western”) e documentari. Ne hanno parlato Anna Maria Quarzi, presidente dell’Istituto di Storia contemporanea di Ferrara, e alcuni parenti del cineasta: l’omonimo Giorgio (che è direttore operativo del Festival) e Ugo in incontri pomeridiani, ricordandone l’estrema versatilità e il successo ottenuto a Roma nell’epoca della dolce vita capitolina; per ulteriori approfondimenti sul regista è stato ricordato il volume scritto da Paolo Micalizzi (critico e storico del cinema): “Giorgio Ferroni/Calvin Jackson Padget, dai documentari e film di genere al western spaghetti”.


Martedì, invece, alla Sala Estense sono stati presentati: “Senza fiato” (del giovane autore Max Cavalieri), cortometraggio realizzato con un coraggioso crowdfunding e ambientato a Comacchio, che racconta i conflitti generazionali, ispirandosi a storie realmente accadute nella città lagunare e

“The fisherman, the alien, the sea”, girato da Elisabetta Zavoli, che si occupa della minaccia ambientale rappresentata dal granchio azzurro, dando voce direttamente ai pescatori di Goro, che con originalità e inventiva hanno cercato soluzioni innovative al problema.

Oggi il festival prosegue con il film in concorso “My last best fiend” di Filippo M. Prandi, interpretato dalla nota attrice Carol Alt, una produzione statunitense.

Il festival vola ancora lontato.

(Domenico Allocca)

[L'immagine iniziale è tratta dal canale youtube del Ferrara film festival] 

domenica 22 settembre 2024

Carol Alt, Valeria Marini e Abel Ferrara sotto le luci del Ferrara Film Festival

 

Una festa del cinema scintillante e ricca di stelle dello spettacolo: la cerimonia di inaugurazione del Ferrara Film Festival ieri sera ha aperto la kermesse, che fino a sabato prossimo porterà in città film e cortometraggi insieme a una nutrita serie di personaggi noti e ancora da scoprire, per un totale di 65 eventi.

Al Teatro Nuovo, davanti a centinaia di spettatori (in fila per entrare anche da un’ora) il direttore artistico, Maximilian Law (con i fedeli compagni di viaggio: il presidente, Riccardo Cavicchi e il direttore operativo, Giorgio Ferroni) ha condotto una serata densa di presenze. La Valeriona nazionale entra nel salone come una diva, salutando con grande familiarità e riprendendo tutti con una lunga carrellata-selfie per la gioia dei suoi fans on line. Sul palcoscenico, poi, sale Carol Alt, attrice e icona degli anni Ottanta, che al festival accompagna anche un suo film. Ancora: arriva il momento della premiazione del regista italo-americano Abel Ferrara, che viene a ritirare il suo dragone (la statuetta simbolo della festival) e scherza sulla sua omonimia con la città, che però non aveva mai visitato prima, pur risiedendo in Italia da alcuni anni.

Giorgia Wurth, attrice e regista, con verve e intelligenza presenta il suo docu-film su Sandra Milo, girato poco tempo prima della scomparsa della famosa Sandrocchia. Prima della proiezione di “Salvatrice – Sandra Milo si racconta” (opera intima e toccante ma con accenti di leggerezza e ironia) si sofferma su momenti teneri e delicati trascorsi con la Milo durante le riprese, che si sono svolte in occasione della tournèe del loro spettacolo teatrale.

Infine viene proiettato “Firebrand - la mossa della regina” con Jude Law e Alicia Vikander, mentre a Palazzo Roverella si svolge un opening party.

Nel pomeriggio i protagonisti della serata inaugurale si erano raccontati nel cubo di vetro del “Cine-village @ Mazda Lounge”, lo spazio creato in piazza Trento e Trieste, nel quale vengono realizzati gli incontri-intervista con gli ospiti della manifestazione, che possono essere seguiti in diretta su video-wall e sui social di FFF.

Negli otto giorni del festival saranno proiettate varie prime cinematografiche italiane ed europee, insieme a numerosi cortometraggi, questi ultimi valutati da una giuria Fedic, presieduta da Paolo Micalizzi, critico e storico del cinema.

Una curiosità: la manifestazione viene seguita anche da una ventina di giornalisti in erba, che realizzano lo “StudenTG”. Si tratta di un progetto dell’Istituto “Einaudi” di Ferrara, nato e coordinato dal docente Pietro Benedetti, che da alcuni anni crea servizi filmati su eventi e personaggi ferraresi. Per il FFF stanno realizzando una serie di reel e una puntata speciale.

(Domenico Allocca)





lunedì 9 settembre 2024

A Venezia l’arte e la bellezza di 51 paesi con l’European Cultural Centre

 

Si è appena chiusa la Mostra del Cinema, ma Venezia continua a mostrare bellezza. Mentre la Biennale d’Arte prosegue nei suoi padiglioni, immergendosi in vie e calli si può approdare a un’altra meraviglia: “Personal Structures – Beyond Boundaries”. Si tratta della settima edizione di una esposizione collettiva, che – organizzata dall’European Cultural Centre (ECC) Italy – riunisce oltre 200 artisti e creativi multidisciplinari, provenienti da 51 paesi. Così il visitatore - catturato dalla malia della città e dall’offerta artistica della Biennale -, varcando la soglia di una delle quattro sedi della manifestazione, viene stordito da una sorprendente e variegata proposta culturale.

Sara Danieli, Head of Art di ECC Italy, offre una sua chiave di lettura: <<Approfondendo le sfide della migrazione globale e l’intricata rete di identità nazionali, Personal Structures emerge come un vitale dialogo artistico, che trascede i confini e riflette la complessità del nostro mondo fortemente interconnesso>>.

Fino al 24 novembre, è possibile ammirare un’ampia varietà di creazioni, realizzate da artisti internazionali, fotografi, scultori e performer sia di fama consolidata che emergenti.

Impossibile citare tutte le opere: si va dai dipinti di Annette Golden (che reinterpreta l’immagine delle divinità classiche) a David Middlebrook (che espone una canoa a grandezza naturale in corteccia di betulla), da Gail Olding (un tavolo e una sedia giganteschi per avvolgerci nella spirale del tempo, l’opera si intitola “Long Way Down”) alle splendide raffigurazioni taurine di Sonal Ambani, mentre Roberto Vivo crea opere che richiamano le forme organiche, utilizzando colori e materiali luminescenti.

L’European Cultural Centre è una organizzazione che ha la sede principale nei Paesi Bassi, ma a Venezia ha creato una ampia e solida struttura, che ad anni alterni si occupa di arte e archittettura. Nel corso del tempo ha ampliato il numero di sedi e oggi espone negli affascinanti palazzi Bembo, Mora e Michiel e nei Giardini della Marinaressa, per un totale di oltre 5 mila metri quadrati interni e 7 mila all’aperto.

Non resta che fare un salto a Venezia o, almeno, visitare il sito personalstructures.com per godere di un incontro con la bellezza in tutte le sue forme artistiche.

(Domenico Allocca)





Le immagini sono tratte dal catalogo della mostra.


mercoledì 4 settembre 2024

Da Venezia Cinema: Fedic in primo piano, Premio e Forum

Anche quest’anno la Fedic è presente alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia con alcune iniziative curate dal critico e storico del Cinema nonché responsabile nazionale di Fedic Cinema Paolo Micalizzi. Si tratta del Premio  Fedic, iniziato già nel 1993, che viene attribuito ad un film italiano, presente in qualsiasi sezione della Mostra,  che meglio riflette l’autonomia creativa e la libertà creativa dell’autore, la cui valutazione avverrà da parte di  una giuria di 15 persone(critici cinematografici, attori e soci dell’Associazionismo) coordinata dallo stesso Paolo Micalizzi che è presieduta dal critico cinematografico Ferruccio Gard.  Vi è anche una giuria per il cortometraggio di 11 persone, presieduta dal critico cinematografico Carlo Griseri.  La premiazione avrà luogo sabato 7 settembre alle ore 15 presso la Casa della Critica al Lido di Venezia.  L’altra iniziativa riguarda il Forum Fedic, la cui prima edizione risale al 1995,  che avrà luogo Giovedì 5 settembre, dalle ore 14 alle 16, presso lo Spazio Incontri del Venice Production Bridge ubicato al terzo piano dell’Hotel Excelsior. Dopo le introduzioni del presidente Fedic Caravello e di Paolo Micalizzi che l’organizza, si procederà con la conduzione di Carlo Griseri allo svolgimento del Forum ad iniziare dalla  proiezione per il “Cinema d’inchiesta” di un episodio della Serie televisiva “Fango” realizzata da Marco Cortesi e Mara Moschino. Per  il Cinema Indipendente saranno proiettati poi 12 trailer di autori Fedic.  Altri 3 trailer saranno proiettati nell’ambito di Fedic Scuola ed altri 4 nell’ambito del Booktrailer Film Festival di Brescia. Conclude il Forum la proiezione del cortometraggio “Memorial de Plaza Losza” di Maurizio Pasetti e Mara Favero del Cineclub AGEnda Cinema di Brescia  realizzato nell’ambito del 50esimo anniversario della Strage di Piazza Loggia a Brescia che comprende immagini d’archivio “impresse” nella Piazza di oggi. Un film della memoria che auspica la verità giuridica.

                                                                                                                            

Polesine sotto i riflettori alla Mostra del Cinema di Venezia

Il Polesine si esprime con i linguaggi multimediali, si rinnova con giovani amministratori, produce cultura, valorizzando la tradizione e si fa notare, presentandosi alla Mostra del Cinema di Venezia.

Ferdinando De Laurentis, regista e presidente del Coct (Centro Operativo di Cinema e Televisione), illustra il progetto “Un Parioli in Polesine”, che porterà nei prossimi mesi nel piccolo ma vivace paese di Frassinelle una ricca proposta culturale (dalla conferenza sull’Intelligenza Artificiale al teatro, solo per citare alcuni esempi). La presentazione si tiene nello Spazio della Regione Veneto - Veneto Film Commission all’Hotel Excelsior del Lido di Venezia. L’iniziativa diventa l’occasione per riflettere su quanto si sta muovendo soprattutto in Polesine negli ultimi tempi, a partire dalle nuove leve, che si affacciano sulla scena, portando energie e idee.

La neoeletta assessora alla Cultura del Comune di Occhiobello, Marica Di Stasio, ha appena diciannove anni. E’ convinta del valore delle iniziative culturali e dichiara che l’amministrazione occhiobellese ha intenzione di diventare sempre più una <<Casa della cultura>> accogliente per giovani e associazioni desiderose di incontrarsi, discutere e creare insieme. Di Stasio sottolinea il valore delle produzioni video realizzate in passato dalla creatura di Ferdinando De Laurentis (su figure importati della storia polesana e avvenimenti tragici come l’alluvione del 1951), auspicando che il Coct torni a contribuire attivamente alla vita culturale del suo comune.

Il rinnovamento degli amministratori locali è testimoniato anche dalla presenza di Marco Rossi, ventiquattrenne sindaco di Frassinelle Polesine.

De Laurentis racconta con un veloce videoclip la storia del Coct e le sue svariate attività e collaborazioni. Prendono la parola anche altri protagonisti del panorama culturale in terra veneta: Sergio La Bella, direttore di Lp Network produzioni tv, che trasmette in diretta la manifestazione tramite la rete; Laura Cestari, consigliera della Regione Veneto, sensibile sostenitrice delle iniziative culturali; Stefania Marchesini, sindaca di Zovencedo (in provincia di Vicenza), che testimonia quanto siano importanti le sinergie tra i territori.

L’incontro si conclude con l’intervento del ‘padrone di casa’ Cristiano Corazzari, assessore alla Cultura della Regione Veneto, che evidenzia: <<La cultura fa crescere il territorio, l’ 8 per cento del Pil in Italia è collegato alle imprese culturali, la Regione del Veneto ha investito 30 milioni di euro nella programmazione del POR FESR>>.

Intanto il tempo è scaduto e bisogna lasciare il posto ad altri protagonisti di belle storie venete. Qui, allo Spazio della Regione Veneto è tutto un susseguirsi di appuntamenti: anche questo è un segno di fermento culturale.

Una curiosità: tra il pubblico c’è anche Paolo Micalizzi, giornalista e storico del cinema (in particolare di Ferrara), che testimonia quanto la cultura possa aggregare anche il territorio polesano e quello ferrarese.

(Domenico Allocca)






Una serata francese a Ferrara

  In un palazzo Naselli Crispi illuminato a festa è andata in scena questo pomeriggio la rassegna di concerti organizzata dal conservatorio ...