Il Ferrara Film Festival compie un salto indietro nel tempo e ricorda Giorgio Ferroni, grande regista ferrarese. Dopo aver condotto il pubblico in giro per i vari continenti (con film provenienti dall’America come dalla Cina), la kermesse si dedica alla cinematografia locale: ieri con la proiezione di “Inchiesta parlamentare sulla miseria”, e martedì con “Senza fiato” e “The fisherman, the alien, the sea”.
Riflettori puntati su una gloria cinematografica da valorizzare: Giorgio Ferroni, regista prolifico di film (tra gli altri alcuni fortunati “spaghetti western”) e documentari. Ne hanno parlato Anna Maria Quarzi, presidente dell’Istituto di Storia contemporanea di Ferrara, e alcuni parenti del cineasta: l’omonimo Giorgio (che è direttore operativo del Festival) e Ugo in incontri pomeridiani, ricordandone l’estrema versatilità e il successo ottenuto a Roma nell’epoca della dolce vita capitolina; per ulteriori approfondimenti sul regista è stato ricordato il volume scritto da Paolo Micalizzi (critico e storico del cinema): “Giorgio Ferroni/Calvin Jackson Padget, dai documentari e film di genere al western spaghetti”.
Martedì, invece, alla Sala Estense sono stati presentati: “Senza fiato” (del giovane autore Max Cavalieri), cortometraggio realizzato con un coraggioso crowdfunding e ambientato a Comacchio, che racconta i conflitti generazionali, ispirandosi a storie realmente accadute nella città lagunare e
“The fisherman, the alien, the sea”, girato da Elisabetta Zavoli, che si occupa della minaccia ambientale rappresentata dal granchio azzurro, dando voce direttamente ai pescatori di Goro, che con originalità e inventiva hanno cercato soluzioni innovative al problema.
Oggi il festival prosegue con il film in concorso “My last best fiend” di Filippo M. Prandi, interpretato dalla nota attrice Carol Alt, una produzione statunitense.
Il festival vola ancora lontato.
(Domenico Allocca)
[L'immagine iniziale è tratta dal canale youtube del Ferrara film festival]
Nessun commento:
Posta un commento