sabato 14 dicembre 2024

Ferrara riflette sulla bellezza con il filosofo Zecchi


Due ore per parlare di bellezza: martedì scorso a Ferrara si è svolto l’incontro con Stefano Zecchi, scrittore, filosofo, ex docente di Estetica e noto opinionista.

La sala dell’Hotel Carlton comincia a riempirsi già prima dell’arrivo del relatore per l’iniziativa organizzata dall’ Associazione “Ferrara Cambia”, che conta 150 aderenti. Ma questo pomeriggio sono presenti anche altri cittadini e i posti a sedere si esauriscono prima dell’inizio dell’incontro. Spetta ad Andrea Maggi, presidente dell’associazione, introdurre il noto ospite. Entrando subito nel cuore della questione, chiede a Zecchi di commentare l’adagio, che recita: “Non è bello ciò che è bello, ma ciò che piace”. Per il filosofo si tratta di un invito a nozze: con il suo eloquio chiaro, pacato e convincente avvia lo sviluppo di un’ampia riflessione su quello che è anche uno dei temi del suo ultimo romanzo “Resurrezione”, edito da Mondadori. Per il professore la bellezza è un concetto strettamente collegato al fare, al progettare e realizzare. Zecchi ricorda la triade classica: bello, buono e vero, specificando che il senso estetico va educato e sviluppato nel confronto con modelli e opere di riferimento.

L’incontro procede con un andamento lento ma incisivo: è lo stile del professore, le sue argomentazioni si susseguono chiare e convincenti, stimolate anche dai quesiti posti da Elisa Stefanati, giornalista e psicoterapeuta.

Zecchi - rivolgendosi ai giornalisti presenti in sala (l’iniziativa, infatti, è anche accreditata dall’Ordine di questa categoria e rientra nel programma di aggiornamento) - fa riferimento al valore di una corretta informazione e si sofferma a riflettere sul forte impatto dei social e, più in generale, dei nuovi media.

La platea partecipa con interesse, sottolinea i passaggi del ragionamento, che condivide maggiormente, sorride all’ironia tagliente del relatore e decreta il successo dell’incontro.

L’iniziativa si conclude con i consigli di lettura del filosofo, che suggerisce il titolo dei testi, che non dovrebbero mancare nella libreria di tutti: L’Iliade di Omero, il Fedro di Platone, la Divina Commedia di Dante e il Don Chisciotte di De Cervantes. Ma poi aggiunge anche un elenco di altri autori fondamentali: Goethe, Dostoevskij, Proust, Kafka e Mann.

L’incontro è ormai terminato, ma il pubblico si accalca intorno al tavolo dei relatori per il “firma-copie” del professore, che generosamente si presta all’amabil rito editoriale.

(Domenico Allocca)

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