giovedì 21 novembre 2024

Una serata francese a Ferrara

 

In un palazzo Naselli Crispi illuminato a festa è andata in scena questo pomeriggio la rassegna di concerti organizzata dal conservatorio Frescobaldi di Ferrara e giunta al terzo appuntamento. Una "Soirèe francaise" con brani del repertorio novecentesco d'Oltralpe, affidato a due valenti docenti Monica Benvenuti (voce) e Francesca Giovannelli al pianoforte. Così le due insegnanti si sono trovate a essere valutate (e non a valutare, come avviene solitamente) da un nutrito pubblico, che ha mostrato di gradire il programma.

Intensa e virtuosistica l'interpretazione vocale di Monica Benvenuti, vibrante e vigorosa l'esibizione pianistica di Francesca Giovannelli negli assoli, dolce e melodiosa nell'accompagnamento della cantante. 

Il pomeriggio musicale è stato preceduto da una visita guidata al gioiello architettonico rinascimentale, che ospita i concerti. Il programma dei prossimi giovedì è consultabile sul sito del Consorzio di Bonifica (www.bonificaferrara.it), ma gli organizzatori stanno lavorando ad alcune sorprese, che saranno comunicate nei prossimi giorni. 

(Domenico Allocca) 





martedì 19 novembre 2024

Gemelli diversi: Palazzo Lodi e Panfilio

 


Palazzo Panfilio,  progettato nel 1927 dagli architetti Giacomo e Federico Diegoli rappresenta un mirabile esempio di un'architettura a metà strada fra il liberty,  il déco e il Coppedè. 

Purtroppo,  nel 1943, fu colpito da una bomba, che ne provocò l'irrimediabile danneggiamento e la perdita di una parte del portico.

Quando,  nel 1953 fu progettato Palazzo Lodi, Palazzo Panfilio era quasi un rudere di soli ventisei anni.

Chi apprezza un edificio diroccato risalente ad un'epoca così vicina e il cui stile era ormai odiato?

Dopo la guerra si dichiarò guerra a ogni ornamentalismo e Palazzo Lodi, con le sue linee pulite, razionali, equilibrate, rappresentava un esempio di eleganza e modernità. Palazzo Lodi era, inoltre allineato agli altri edifici di viale Cavour,  conferendo all'insieme un senso di ordine e razionalità.

 Si tratta di un condomino,  adesso bisognoso di interventi, all'epoca destinato in parte ai dirigenti delle ferrovie padane e in parte alla buona borghesia.

Palazzo Lodi, progettato dall'ingegner Filiberto Lodi, dal quale prende il nome,  meriterebbe una targa, in quanto è stato il primo palazzo in Italia ad essere stato progettato con il riscaldamento a pavimento ancora efficiente e perfettamente funzionante.

Al primo piano dello stabile ha vissuto la famiglia di Florestano Vancini.

È vero, adesso quello che nota la gente è lo stato di degrado e il fatto che copre il bellissimo Palazzo Panfilio,  ma i centri storici delle città italiane sono così: frutto di superfetazioni che donano alle città un fascino incomparabile.

In quanto all'intervento su palazzo Panfilio dell'inizio degli anni 2000, il giudizio non può essere che positivo: è stata ridata nuova vita ad un edificio che diversamente sarebbe caduto a pezzi e, per ottenere ciò,  bisogna scendere per forza a compromessi e accettare qualche modifica di troppo. È vero, prima dell'intervento l'edificio dei primi del Novecento,  che affaccia su corso Isonzo,  era di due piani più basso e ancora si poteva ammirare Palazzo Panfilio,  seppur lateralmente. 

Va precisato,  tuttavia, e concludo, che per costruire Palazzo Panfilio fu demolito un edificio del Seicento e che magari fra cinquant'anni diranno che è stato un delitto demolire il Palazzo degli Specchi per costruire le Corti di Medoro.

Per capire le epoche passate dovremmo spogliarci della mentalità di quella in cui viviamo e nella quale siamo immersi.

(Paola Di Stasio) 

domenica 10 novembre 2024

Ferrara per un giorno “Sanremo” dei cantautori

L’appuntamento, ieri, era a Ferrara per la decima “Rassegna di storica e nuova canzone d’autore”, in ricordo di Pino Calautti (scomparso lo scorso febbraio), che ne è stato ideatore e promotore.

Le parole fluiscono insieme alla musica in un pomeriggio (inizio dei concerti alle 18), che diventa sera e poi notte, perché i cantautori di ieri e di oggi sono tanti e le canzoni di più. Sul palco si susseguono cantanti, un operaio, pianisti, un vinicoltore, una avvocatessa, flautisti e chitarristi: creano opere d'arte, mentre portano a casa lo stipendio svolgendo anche altre attività lavorative. Una musica che difficilmente sentiremo in tv, mentre sul palcoscenico della sala estense ha ammaliato il pubblico senza soluzione di continuità, dando vita a un piccolo grande evento, che non catturerà le aperture dei telegiornali, ma da decenni allieta l'esistenza di chi ama una musica ormai in estinzione, che fa riflettere e sognare senza rinunciare alla bellezza dei suoni e delle armonie, che tira fuori dagli strumenti vibrazioni ed emozioni profonde e trascinanti, come solo questa espressione dell’animo umano riesce a fare.

Tanti i talenti, che animano la rassegna: autori, che hanno fatto la storia della canzone e cantautori, che le danno un nuovo slancio, come Massimiliano Cranchi (autore di diversi album e del singolo “La memoria dell’ovale”, su una squadra di rugby decimata dal regime argentino), Dante Francani (operaio metalmeccanico, che ha vinto il premio Musicultura 2014) e la violinista Alice Nappi.

La manifestazione è condotta con stile dall’avvocatessa Greta Dressino (in arte “Noma”, in greco ‘nomos’ significa, appunto, legge), che è anche cantautrice ed esegue alcuni brani su grandi donne (intenso quello dedicato a Mia Martini).

Ma tanti sono gli interpreti.
Gian Piero Alloisio, che ha lavorato con Guccini, Morandi e Gaber, scrivendo testi divenuti famosi: uno su tutti “Venezia”, portata al successo da Guccini.

Giulio Wilson possiede una azienda vinicola, ma lo ricordiamo soprattutto per un tour con Gli Inti – Illimani.

Marco Stella ha scritto “Mio nonno era Pertini”, che è stata inserita nella colonna sonora del docu-film “Pertini il Combattente”.

Mario Castelnuovo, autore di alto livello poetico, che – dopo il successo di “Oceania” (che ieri ha eseguito in un suggestivo trio a cappella) - non si è piegato alla musica commerciale.
Paolo Capodacqua, chitarrista del grande Claudio Lolli (che ha aleggiato in sala per tutta la manifestazione, evocato da numerosi cantautori): ha eseguito alcuni suoi suggestivi brani accompagnato da Giacomo Lelli al flauto, tra questi la struggente"Amanti segreti".

Michele Gazich e Giovanna Famulari si esibiscono con originalità, gestendo lo spazio del palcoscenico anche con grande teatralità.
E’ mezzanotte, ma i cantautori continuano a esibirsi sul palco in attesa dell’undicesima edizione, che faccia di Ferrara ancora un baluardo della canzone d’autore.

(Domenico Allocca)









Una serata francese a Ferrara

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