Se ne andato sabato pomeriggio all’età di 86 anni Paolo Micalizzi, critico e storico cinematografico. Era impegnato, come al solito, nell’organizzazione di varie iniziative (mi aveva telefonato venerdì per parlare dell’omaggio a Florestano Vancini in occasione del cinquantesimo di “Amore amaro”) per il Centro Documentazione Studi e Ricerche, una delle sue creature: fondato con la collaborazione del Circolo dei Negozianti e del CDS Cultura Odv, che sarà opportuno intitolare a lui al più presto.
Una lunga carriera, iniziata con vari incarichi nel mondo giornalistico e poi stabilizzatasi con il ruolo di addetto alla comunicazione per la Montecatini di Ferrara. Ma è difficile ricordare la sua vasta attività, sempre all’insegna del fascino della Settima Arte. <<Una vera enciclopedia del cinema italiano e ferrarese>>, come ha ricordato il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri. Ha scritto una quindicina di testi fondamentali per la storia del cinema locale, approfondendo la conoscenza di cineasti ferraresi noti e meno: da Carlo Rambaldi a Florestano Vancini, da Gianfranco Mingozzi ad Antonio Sturla. Collaboratore del “Resto del Carlino” e del settimanale cattolico “La Voce di Ferrara - Comacchio”, direttore della rivista “Carte di Cinema” e instancabilmente impegnato con numerosi e vari incarichi nella Fedic (Federazione Italiana dei Cineclub), solo per ricordarne uno: il Premio Fedic alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Ci lascia con il ricordo della sua eleganza e competenza, ma anche con una enorme mole di articoli, documenti, manifesti, foto sulla musa, che lo ha affascinato di più, ispirandoci tutti con la sua infaticabile passione.
(Domenico Allocca)
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