mercoledì 2 luglio 2025

L'Oro del Reno, da domani al cinema Apollo di Ferrara

 

Domani (venerdì 4) approda al cinema Apollo di Ferrara: "L' Oro del Reno" , primo lungometraggio del regista bolognese Lorenzo Pullega. È l'occasione per immergersi in miti, ricordi e 'sapori' della nostra Bella pianura alla scoperta dell' Emilia che si adagia sulle sponde del fiume, dove vive la sua 'epica' emilianitá.

Si conferma, così, anche l' intelligente attenzione dell'Apollo (gestito da Erik Protti e Simona Salustro) per il nostro territorio e i giovani fermenti culturali nostrani.

(Domenico Allocca)

Trailer del film.

https://www.youtube.com/watch?v=OAd4iaRCuWI





lunedì 30 giugno 2025

L’oro del Reno scorre sullo schermo a Ferrara


Che cosa succede quando i sogni seguono le anse di un fiume e i ricordi si mescolano ai miti trascinati dalle acque? Sedete in poltrona al cinema Apollo di Ferrara e lo scoprirete. Da venerdì 4 luglio sullo schermo scorreranno le immagini de "L'oro del Reno" di Lorenzo Pullega, giovane regista bolognese, che - dopo un importante apprendistato nel club dei Manetti Bros. (che producono il lungometraggio insieme alla neonata Rheingold film di Casalecchio di Reno) - arriva alla sua opera prima. Il titolo - e il film- giocano con il riferimento all'opera wagneriana, dando vita a un viaggio lungo le sponde del Reno italiano alla scoperta di quel forte gusto emiliano, che mescola sogno e realtà, cronaca e ricordo. Immersi – è proprio il caso di scriverlo – in atmosfere felliniane, seguiamo il viaggio di un regista, incaricato di realizzare un documentario sul fiume.

L’oro del Reno” è stato presentato all’IFFR 2025 di Rotterdam e ha vinto il premio miglior regia al Bif&st 2025 di Bari all’interno del concorso “Per il cinema italiano”.

Dopo il diploma a Bologna e un’esperienza teatrale londinese, Lorenzo Pullega nel 2015 comincia a collaborare con i Manetti Bros. come assistente alla regia per la serie televisiva “L’ispettore Coliandro”, poi si specializza nelle stagioni successive nel reparto “Location”. Varie le produzioni nazionali e internazionali, a cui ha collaborato: dalla serie Netflix “Master of none” al film “Mio fratello rincorre i dinosauri” fino alla trilogia dedicata a Diabolik.

Il primo cortometraggio risale al 2016: “Calandrino”, strizzando l’occhio alla novella boccaccesca, racconta un crudele scherzo fatto da alcuni amici allo sciocco del paese. La storia si svolge nella provincia bolognese, evidenziando il legame che unisce il regista alla nostra bella pianura.

Al film hanno preso parte molti interpreti emiliani o strettamente legati al nostro territorio: da Giuseppe Gandini a Eva Robin’s, da Giorgio Comaschi a Neri Marcorè.

Non resta che tuffarsi nell’emilianità e lasciarsi trasportare dalla corrente del Reno.

(Domenico Allocca)




domenica 4 maggio 2025

Rombo di Duomo a Ferrara

 

All' ombra del Duomo romba il motore per il Ferrara Day, The Legend of american Cars, esposizione e parata di automobili che hanno fatto la storia delle quattro ruote a stelle e strisce.

Centinaia i curiosi che si assiepano intorno a queste meravigliose vetture d'epoca e contemporanee, che fanno sognare specialisti e semplici curiosi senza distinzione di sesso ed età in questa assolata domenica di maggio.

(Domenico Allocca)





























domenica 12 gennaio 2025

Intelligenza Artificiale a Ferrara

 Ascoltate questa trasmissione di Radio Ferrara e poi ne riparliamo.





Nalla trasmissione si discute del racconto breve intitolato "Estasi glicemica: Momento cassatina", che ho scritto qualche tempo fa e riporto più in basso.

Ebbene: Radio Ferrara non esiste e nemmeno gli speaker, che parlano durante la trasmissione radiofonica. In realtà neppure la trasmissione è mai avvenuta e neanche le foto del video corrispondono ad alcun essere realmente esistente.

Tutto è generato dall'Intelligenza Artificiale!

Sbalorditivo...

Mentre riflettete su tutto ciò, godetevi un tradizionale e tranquillizzante racconto scritto da un essere umano: io, appunto.  

Estasi glicemica: Momento cassatina


Ci sono degli attimi magici nella vita di una persona.

Quando metti in pausa tutto lo scorrere degli eventi, chiudi il mondo nell’armadietto e ti dedichi anima e corpo a quello che sai ti farà trascorrere un momento unico, un’estasi senza paragoni.

Per me si tratta di quello che chiamo il “Momento cassatina”, che – come si può facilmente intendere- ha come protagonista l’incredibile dolce siciliano, che talvolta può essere sostituito da un altrettanto portentoso cannolo, anch’esso rigorosamente “made in Sicily”. Non funziona con qualsiasi altro dolce (ho provato inutilmente con pampapato, ricciolina, tenerina e – udite udite - anche con l’insuperabile torta di tagliatelle), poiché lo sconvolgimento glicemico e la tempesta calorica, che vengono generate dai due suddetti portenti della pasticceria, non sono eguagliabili.

Ah, mi presento. Sono Petronio Ansaloni, impiegato di concetto.

Ma torniamo a noi.

Allora dicevamo.

Acquisto la suddetta bomba di gusto in un supermercato (di cui non rivelo di più per non incorrere in sospetto di pubblicità occulta), poiché ovviamente qui a Ferrara è difficile trovare una pasticceria che la sforni.

Pasticci di maccheroni e cappellacci, quanti ne vuoi, ma la cassatina è allotria, quindi bisogna ricorrere a un piccolo stratagemma e accontentarsi del prodotto “congelato all’origine e decongelato in punto vendita”.

Qualche purista potrà obiettare che non è la stessa cosa, che una cassata siciliana confezionata dalle sapienti mani sicule ha un sapore mooolto differente.

Ma la risposta è presto detta: piuttost che nient, l’è mej piuttost.

Allora dicevamo.

Acquistata la confezione nel supermercato, ecco che la difficoltà produce un raddoppio del piacere. Nella scatolina sono presenti ben due cassatine, quindi la bomba è doppia, la deflagrazione è potenziata e la base chimica del “Momento cassatina” viene esaltata al punto giusto.

Di solito mi reco con il prezioso bottino tra le mani in un piacevole parchetto, che sorge su via Caldirolo, dietro al cimitero di Quacchio. Qui c’è un grazioso angolo di campagna che – come solo a Ferrara e in poche altre città accade – è a ridosso delle mura, quindi ti fa assaporare la gradevole sensazione dell’aria estense, ma è abbastanza immerso nel verde e così entri in un’altra dimensione. Sì, poiché è proprio di questo che si tratta. Alcuni minuti di intenso piacere estatico, parlo di estasi incomparabile, in cui affanni e dolori della vita umana rimangono lontani.

Allora dicevamo.

Già il percorso dal supermercato alla panchina del parco ha qualcosa di mistico. L’anima si dischiude nell’attesa dell’imminente incontro e leopardianamente comincia a pregustare il momento.

Il pacchettino, che contiene il prezioso carico, garantisce l’imminente esplosione estatica. E qui la fantasia e il ricordo si mescolano e ritornano in vita le rimembranze di altrettanti voluttuosi incontri del passato.

Ed ecco che il sogno diventa realtà.

Arrivo alla panchina e mi seggo. Mi guardo intorno, cullato dal dolce cinguettio degli uccellini, interrotto talvolta dal gracchiare di qualche immancabile corvo.

In primavera la visione è arricchita da distese di filari di pesco in fiore, accarezzati da timidi raggi solari.

Di solito, quindi, apro la confezioncina e comincio a estrarre e gustare il piacevole contenuto, facendo attenzione a non farne cadere neppure un pezzetto. Cerco di prendere in un solo morso la glassa, la ricotta e il candito. I primi bocconi sono i migliori.

Le papille gustative impazziscono.

La glicemia schizza alle stelle.

Una vertigine mi avvolge e l’anima ringrazia il corpo per la performance.

Penso alla bellezza dell’esistenza umana (Leopardi, strigat mo ben), ai mille piaceri della vita: dal cibo all’amicizia, dalla musica all’amore.

Apprezzo la pace della nostra bella pianura, laboriosa, civile e tranquilla.

E così il naufragar m’è dolce in questo mare di verde, cielo azzurro e fiori colorati.

Che cosa si può desiderare di più? Pochi attimi di felicità…

E veniamo ai giorni nostri. L’altra mattina mi accingevo a dare vita al classico “Momento cassatina”. Avevo curato sapientemente e rigorosamente ogni preparativo.

Arrivo sull’agognata panchina, ed ecco che sbuca da un angolino Martino, il netturbino. Sta svuotando i cestini con il suo solito furgoncino. E’ molto diligente nella sua occupazione, un cultore del bel gesto e del lavoro pulito.

Mi guarda da lontano e mi saluta. E’ più gioviale del solito.

Si avvicina. Io intanto ho aperto la confezione.

Mi guarda con un lieve disappunto. Io mi blocco.

<<Mo ve’, non farà mica male tutto quel dolce lì. C’è della glicemia da star male>>

Lo guardo, immobile.

<<Non sono mica fatti miei, intendiamoci. Ognuno è libero di far quel che vuole>>

Continuo a fissarlo.

<<Il mio vicino di casa ha iniziato una cura per il diabete e non ne viene mica fuori, ormai>>

A questo punto, invece, fisso le due cassatine, come un padre amorevole. Voglio quasi convincerle della necessità del sommo sacrificio.

<<Ne vuoi mica una? Per me sono troppe>>, lo sto dicendo e non sono neppure sicuro che sia la mia bocca a parlare.

<<Se proprio insisti>>, risponde lesto Martino. Lascia il sacchetto dell’immondizia e viene a sedersi sulla panchina al mio fianco.

Mi meraviglio, poiché di solito è ben schivo e non accetta nulla. Evidentemente stamattina non ha resistito.

Iniziamo a mangiare entrambi con lentezza.

I primi bocconi sono i migliori. Le papille gustative impazziscono. La glicemia schizza alle stelle. Una vertigine ci avvolge e l’anima ringrazia il corpo per la performance.

La cassatine sono terminate.

Ci guardiamo soddisfatti.

Penso che forse gustare in due il “momento cassatina” possa aumentarne il piacere.

Ma non troppo spesso, però.

(Domenico Allocca)


martedì 31 dicembre 2024

Ferrara: da Natale a Capodanno cori, luci e fuochi d’artificio

Le ore corrono veloci verso il conto alla rovescia di fine anno e sugli spalti del castello estense i fuochi d’artificio sono già predisposti per l’esplosione finale, che saluterà questo vecchio 2024 per introdurre l’anno che verrà. Schiere di caplit sono pronte a gettarsi nelle pignatte colme di brodo e nelle cucine ferraresi pigre salame da sugo attendono appese a un filo di troneggiare sulle tavole imbandite a festa.

Già da Natale le vie della città sono state illuminate da 130 chilometri di luminarie con viale Cavour, che brilla su tutti, con i suoi alberi tanto luminosi da fare invidia al miglior parco dei divertimenti Disney. Ma anche Ferrara ha il suo Winter Park: al parco Coletta grandi e piccini sono allietati da varie attrazioni e principalmente dalla pista di pattinaggio sul ghiaccio. La ruota panoramica, invece, gira davanti al centro commerciale in via Bologna.

Ieri sera, il coro “Il nostro canto libero” ha animato la cena alla mensa dell’Associazione Viale K, chiudendo un dicembre denso di appuntamenti: infatti si era già esibito con la Filarmonica “Giuseppe Verdi” di Cona (diretta dal maestro Roberto Manuzzi e dal vice Federico Cavalieri) al centro sociale “Quadrifoglio” di Pontelagoscuro (venerdì 13) e al “Palaferio” di Cocomaro di Cona (il 14), eseguendo sia brani classici della tradizione natalizia (da “Tu scendi dalle stelle” a “Carol of the Bells”) che colonne sonore (un medley di John Williams: da “Star Wars” a “Indiana Jones” e “Harry Potter”), fino a cimentarsi nel celeberrimo “Brindisi” della “Traviata” di Verdi. E domenica 15 “Il nostro canto libero” ha allietato anche il pomeriggio al residence per anziani di via dei Tigli, confermando la sua vocazione a coniugare bel canto e solidarietà sotto la direzione del maestro Diego Buriani.

Ma è stato anche un Natale di concerti e meditazioni: don Massimo Manservigi ha organizzato due serate nella chiesa di Santo Stefano, alternando musica e riflessioni sul significato di questo particolare periodo dell’anno. Sabato 21 si è esibita l’Accademia corale “Vittore Veneziani”, diretta da Teresa Auletta e dal maestro collaboratore Francesco Bighi, proponendo una esecuzione di raffinata bellezza e spiritualità, imperniata sul testo latino “O magnum mysterium”, che narra il mistero della nascita di Cristo, esaltando la figura della Beata Vergine, che <<ha meritato di portare in grembo il Signore Gesù>>. Ne sono state eseguite nove versioni (composte da autori di varie epoche), tra cui quella di Paolo Rosini, presente in chiesa. 

Il giorno successivo, la serata è stata animata dal “Diamond Ensemble” (formazione composta da strumenti a fiato e corda con la pregevole voce del soprano Mirella Golinelli) e dal coro “I Polifonici della Schola Cantorum”, diretti da Alberto Bianchi. E anche questo concerto ha raggiunto alte vette di virtuosismo senza tralasciare la componente emotiva e sentimentale con un suggestivo impatto sul pubblico, che ha dimostrato di apprezzare l’estro e la creatività dei protagonisti impegnati in musiche di Haendel, Bach e Scarlatti, eseguite in forma originale e preziosa.

Pure in queste feste Ferrara si conferma città della musica: difficile riportare tutti gli eventi, basti ancora ricordare la “Sinfonia a cielo aperto “ di domenica 15 con le bande musicali di Ferrara, Cona e Voghenza, che hanno sfilato per le vie del centro storico, partendo da tre diversi punti e incontrandosi sotto l’albero di Natale, posto davanti alla Cattedrale, nella quale è ancora possibile ammirare l’enorme tradizionale presepe.        

(Domenico Allocca)








sabato 14 dicembre 2024

Ferrara riflette sulla bellezza con il filosofo Zecchi


Due ore per parlare di bellezza: martedì scorso a Ferrara si è svolto l’incontro con Stefano Zecchi, scrittore, filosofo, ex docente di Estetica e noto opinionista.

La sala dell’Hotel Carlton comincia a riempirsi già prima dell’arrivo del relatore per l’iniziativa organizzata dall’ Associazione “Ferrara Cambia”, che conta 150 aderenti. Ma questo pomeriggio sono presenti anche altri cittadini e i posti a sedere si esauriscono prima dell’inizio dell’incontro. Spetta ad Andrea Maggi, presidente dell’associazione, introdurre il noto ospite. Entrando subito nel cuore della questione, chiede a Zecchi di commentare l’adagio, che recita: “Non è bello ciò che è bello, ma ciò che piace”. Per il filosofo si tratta di un invito a nozze: con il suo eloquio chiaro, pacato e convincente avvia lo sviluppo di un’ampia riflessione su quello che è anche uno dei temi del suo ultimo romanzo “Resurrezione”, edito da Mondadori. Per il professore la bellezza è un concetto strettamente collegato al fare, al progettare e realizzare. Zecchi ricorda la triade classica: bello, buono e vero, specificando che il senso estetico va educato e sviluppato nel confronto con modelli e opere di riferimento.

L’incontro procede con un andamento lento ma incisivo: è lo stile del professore, le sue argomentazioni si susseguono chiare e convincenti, stimolate anche dai quesiti posti da Elisa Stefanati, giornalista e psicoterapeuta.

Zecchi - rivolgendosi ai giornalisti presenti in sala (l’iniziativa, infatti, è anche accreditata dall’Ordine di questa categoria e rientra nel programma di aggiornamento) - fa riferimento al valore di una corretta informazione e si sofferma a riflettere sul forte impatto dei social e, più in generale, dei nuovi media.

La platea partecipa con interesse, sottolinea i passaggi del ragionamento, che condivide maggiormente, sorride all’ironia tagliente del relatore e decreta il successo dell’incontro.

L’iniziativa si conclude con i consigli di lettura del filosofo, che suggerisce il titolo dei testi, che non dovrebbero mancare nella libreria di tutti: L’Iliade di Omero, il Fedro di Platone, la Divina Commedia di Dante e il Don Chisciotte di De Cervantes. Ma poi aggiunge anche un elenco di altri autori fondamentali: Goethe, Dostoevskij, Proust, Kafka e Mann.

L’incontro è ormai terminato, ma il pubblico si accalca intorno al tavolo dei relatori per il “firma-copie” del professore, che generosamente si presta all’amabil rito editoriale.

(Domenico Allocca)

L'Oro del Reno, da domani al cinema Apollo di Ferrara

  Domani (venerdì 4) approda al cinema Apollo di Ferrara: "L' Oro del Reno" , primo lungometraggio del regista bolognese Loren...