E’ sabato pomeriggio, Ferrara si mostra in tutta la sua bellezza di
vecchia signora seduta sul piano padano. Anche grazie al Ferrara Food
Festival, è affollata di gente che si gode la vita, come solo in
Emilia - Romagna si può fare.
Tra profumi, sapori e colori, si distinguono anche le note musicali
provenienti dalla Sala del Consiglio della residenza Municipale. E’
la Banda “Ludovico Ariosto”, che esegue una serie di brani per
commemorare la Festa delle Forze Armate. Alla bacchetta, Stefano
Caleffi, che la dirige dal 2006, anche se l’anno di fondazione
della formazione bandistica si può far risalire al lontano 1796. In
programma, come è ormai abitudine diffusa, brani di generi diversi,
si spazia dall’Inno di Mameli a “La vita è bella” di Nicola
Piovani, ma c’è anche una composizione dello stesso Caleffi. Le
note si susseguono con la consueta maestria, i musicisti producono
suoni con netta pulizia di esecuzione, come non accade facilmente
quando si tratta di una banda, poiché è facile sbagliare ed
emettere qualche nota poco nitida. Anche il maestro Caleffi si
cimenta con energia e quando ci vuole, in un passaggio decisivo e
vibrante, sottolinea con un salto l’indicazione ai suoi
strumentisti. La banda si affida alla voce di Roberta Righi, cantante
dalle doti canore non comuni, che insegna canto e si esibisce anche
in una svariata serie di formazioni musicali.
Ed allora una riflessione sorge spontanea: se a Ferrara è tutto un
fiorire di musica, se spuntano e si riproducono gruppi musicali,
corali, band jazz & blues e filarmoniche, se il conservatorio
Frescobaldi continua a sfornare talenti e virtuosi, il teatro
comunale a proporre musica di alta qualità, qualcosa vorrà pur
dire.
Certamente il territorio si presenta fecondo e attrattivo, le
graduatorie qualche tempo fa ci ponevano in vetta alla classifica
italiana dei centri, che maggiormente consumano cultura. L’humus,
certo, è costituito da centinaia di associazioni di vario tipo e
ancora più certo è che la gioia di vivere emiliana porta a gustare
tutti gli aspetti della vita. E’ sufficiente passeggiare tra gli
stand del Ferrara Food Festival per avere la conferma che per i
ferraresi la vita va presa a morsi e assaporata in tutte le sue
sfumature.
Tornando alla musica, non può sfuggire la varietà e ricchezza della
produzione locale, tentando un elenco (che rimane certamente
incompleto), iniziamo con la Banda filarmonica “Verdi” di Cona
(diretta da Roberto Manuzzi, docente del Conservatorio Frescobaldi
con una lunga carriera al fianco di Francesco Guccini), passiamo
all’orchestra a plettro “Gino Neri”, arriviamo alla corale
“Vittore Veneziani” (la più blasonata di un’altra lunga lista,
che dovrebbe comprendere almeno il Coro Polifonico di Santo Spirito e
quello di San Gregorio Magno, i cori dell’ ateneo estense e qui mi
fermo, ma sarebbe necessario completare la serie), ricordiamo la
galassia di musicisti e band, che ruotano intorno all’instancabile
bluesman Roberto Formignani con la sua A.M.F., il conservatorio
“Girolamo Frescobaldi” (con i suoi docenti e discenti, che si
esibiscono in ogni angolo della nostra città allietando l’animo
dei ferraresi), la Tower Jazz composers Orchestra (resident band
del Jazz Club Ferrara, che al Torrione San Giovanni propone una ricca
programmazione musicale di qualità). Vogliamo aggiungere l’enorme
quantità di manifestazioni che attirano nella bella pianura cantanti
e complessi di tutta la penisola e oltre, con il Teatro Comunale che
primeggia con i suoi ammalianti programmi stagionali.
Qui ci fermiamo, ma non perché sia conclusa l’elencazione delle
realtà musicali: nello stand hanno appena sfornato i cappellacci con
la zucca…
(Domenico Allocca)
Le immagini sono tratte dalle pagine Facebook e dal sito della banda Ariosto