domenica 5 novembre 2023

Ferrara, la gioia di vivere in musica

E’ sabato pomeriggio, Ferrara si mostra in tutta la sua bellezza di vecchia signora seduta sul piano padano. Anche grazie al Ferrara Food Festival, è affollata di gente che si gode la vita, come solo in Emilia - Romagna si può fare.

Tra profumi, sapori e colori, si distinguono anche le note musicali provenienti dalla Sala del Consiglio della residenza Municipale. E’ la Banda “Ludovico Ariosto”, che esegue una serie di brani per commemorare la Festa delle Forze Armate. Alla bacchetta, Stefano Caleffi, che la dirige dal 2006, anche se l’anno di fondazione della formazione bandistica si può far risalire al lontano 1796. In programma, come è ormai abitudine diffusa, brani di generi diversi, si spazia dall’Inno di Mameli a “La vita è bella” di Nicola Piovani, ma c’è anche una composizione dello stesso Caleffi. Le note si susseguono con la consueta maestria, i musicisti producono suoni con netta pulizia di esecuzione, come non accade facilmente quando si tratta di una banda, poiché è facile sbagliare ed emettere qualche nota poco nitida. Anche il maestro Caleffi si cimenta con energia e quando ci vuole, in un passaggio decisivo e vibrante, sottolinea con un salto l’indicazione ai suoi strumentisti. La banda si affida alla voce di Roberta Righi, cantante dalle doti canore non comuni, che insegna canto e si esibisce anche in una svariata serie di formazioni musicali.

Ed allora una riflessione sorge spontanea: se a Ferrara è tutto un fiorire di musica, se spuntano e si riproducono gruppi musicali, corali, band jazz & blues e filarmoniche, se il conservatorio Frescobaldi continua a sfornare talenti e virtuosi, il teatro comunale a proporre musica di alta qualità, qualcosa vorrà pur dire.

Certamente il territorio si presenta fecondo e attrattivo, le graduatorie qualche tempo fa ci ponevano in vetta alla classifica italiana dei centri, che maggiormente consumano cultura. L’humus, certo, è costituito da centinaia di associazioni di vario tipo e ancora più certo è che la gioia di vivere emiliana porta a gustare tutti gli aspetti della vita. E’ sufficiente passeggiare tra gli stand del Ferrara Food Festival per avere la conferma che per i ferraresi la vita va presa a morsi e assaporata in tutte le sue sfumature.

Tornando alla musica, non può sfuggire la varietà e ricchezza della produzione locale, tentando un elenco (che rimane certamente incompleto), iniziamo con la Banda filarmonica “Verdi” di Cona (diretta da Roberto Manuzzi, docente del Conservatorio Frescobaldi con una lunga carriera al fianco di Francesco Guccini), passiamo all’orchestra a plettro “Gino Neri”, arriviamo alla corale “Vittore Veneziani” (la più blasonata di un’altra lunga lista, che dovrebbe comprendere almeno il Coro Polifonico di Santo Spirito e quello di San Gregorio Magno, i cori dell’ ateneo estense e qui mi fermo, ma sarebbe necessario completare la serie), ricordiamo la galassia di musicisti e band, che ruotano intorno all’instancabile bluesman Roberto Formignani con la sua A.M.F., il conservatorio “Girolamo Frescobaldi” (con i suoi docenti e discenti, che si esibiscono in ogni angolo della nostra città allietando l’animo dei ferraresi), la Tower Jazz composers Orchestra (resident band del Jazz Club Ferrara, che al Torrione San Giovanni propone una ricca programmazione musicale di qualità). Vogliamo aggiungere l’enorme quantità di manifestazioni che attirano nella bella pianura cantanti e complessi di tutta la penisola e oltre, con il Teatro Comunale che primeggia con i suoi ammalianti programmi stagionali.

Qui ci fermiamo, ma non perché sia conclusa l’elencazione delle realtà musicali: nello stand hanno appena sfornato i cappellacci con la zucca…

(Domenico Allocca)



Le immagini sono tratte dalle pagine Facebook e dal sito della banda Ariosto 

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Ferrarah, ah, ah

Non aprite quella...finestra. Le ultime parole famose:《Che cosa vuoi che succeda, ho messo il lucchetto!》.