Il “Ferrara Film Festival” alza il livello: da sorrisi e passerelle di star a lacrime e amara riflessione sui grandi temi. Nella quarta giornata sul palcoscenico del Teatro Nuovo salgono le suore ucraine, protagoniste del documentario “Sisters of Ukraine” di Mike Dorsey. Con la semplicità e la forza di chi ben conosce la sofferenza, lanciano un forte invito a non dimenticare la tragedia in atto, per non smettere di tentare tutto ciò che è possibile per sostenere l’Ucraina. Eppure, mentre scorrono le immagini del reportage, la sensazione più forte è proprio quella di essere di fronte a una immane catastrofe contro la quale poco si riesce a fare. Le immagini raccontano la disperazione ma anche la forza di un popolo, che vive un terribile dramma e il ruolo delle suore, che danno coraggio e aiuto alle popolazioni martoriate dalla guerra con un luminoso sorriso. Esse sono probabilmente l’emblema di come affrontare la drammatica situazione.
Partito sabato scorso con il premio alla carriera a Giancarlo Giannini, il Ferrara Film Festival è a metà del suo percorso e oggi ha proposto anche "Living", un inno alla vita del regista Oliver Hermanus. Pur non essendo uno dei film in concorso all'interno della vasta programmazione del festival, è stato presentato questo pomeriggio nella Retrospettiva "Cinema e salute", dopo la tavola rotonda sulle cure psicosociali in oncologia. Il film tratta di un grigio burocrate in una grigia Londra che scopre di avere un male incurabile e con l'avvicinarsi della morte comprende il valore della vita. Interpretata da un meraviglioso Bill Nighy, l'opera riesce a comunicare con eleganza e dolcezza, la terribile scoperta del protagonista: aver smesso di vivere ed essersi consegnato a poco a poco a una esistenza da zombie (è proprio questo il soprannome, che una impegata del suo ufficio gli ha affibbiato) senza rendersene conto. E quando la morte bussa irrimediabilmente alla sua porta, egli vuole reagire, tornare in vita prima di scomparire del tutto. Il resto è tutto da scoprire vedendo il film, che scorre delicatamente con un ritmo dolce, quasi una favola con accenti malinconici e innumerevoli spunti di riflessione.
Domenica, invece, il festival si è dedicato più intensamente alla città che lo ospita, presentando il film "L'incantevole Lucrezia Borgia", interpretato da Lucrezia Lante della Rovere con scelte stilistiche decisamente originali e una lettura 'storica' non sempre condivisibile. Inoltre sullo schermo del Teatro Nuovo è stato proiettato "Tre storie in bottiglia" del regista ferrarese Giuseppe Gandini.
Continuano anche gli incontri con vari personaggi del cinema italiano e internazionale, che con piacere vengono a presentare le proprie opere personalmente al festival.
Intanto cresce l'attesa per l'avvicinarsi della serata finale di sabato, in cui verranno assegnati i dragoni.
(Domenico Allocca)
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