Con la proiezione del film “Un ettaro di cielo” girato nel 1958 da Aglauco Casadio al Lido di Volano ed in particolare a Canneviè, continua il ciclo di proiezioni relativo a “Ferrara. Ciak su un territorio” organizzato dal Centro Documentazione Studi e Ricerche Cinema Ferrarese. L’appuntamento è presso la Corte interna di Palazzo Roverella per Martedì 25 giugno, con inizio alle ore 21, sede del Circolo Negozianti che insieme al CDS Cultura OdV promuove il Centro dedicato al cinema del territorio estense. Il film dopo il saluto istituzionale di Riccardo Modestino, vice presidente del Circolo Negozianti, verrà presentato da Paolo Micalizzi, critico e storico del cinema che dirige il Centro sul cinema del nostro territorio. “Un ettaro di cielo” ha per protagonisti principali Rosanna Schiaffino e Marcello Mastroianni e la proiezione di questo film vuole essere anche un omaggio al popolarissimo attore in occasione delle celebrazioni del centenario della sua nascita. “Un ettaro di cielo”, che è sceneggiato dal regista insieme a Tonino Guerra, Ennio Flaiano ed Elio Petri, è una favola ambientata in un paese del Delta del Po dove in occasione della Fiera annuale arrivano un buon numero di venditori , imbonitori e ciarlatani. Arriva, tra gli altri, puntualmente con il suo camioncino, Severino Balestra(Mastroianni) che campa vendendo i prodotti più disparati. E’ un giovanotto dall’animo aperto, dotato di una fervida fantasia che una sera racconta a un gruppo di vecchietti che a Roma si stanno vendendo, a lotti, degli appezzamenti di cielo. Per Severino la cosa non ha importanza, è una fantasia come tante altre, ma per i vecchietti è diverso perché la prendono sul serio ed acquistano un ettaro di cielo, versando al venditore ambulante una modesta somma. Intanto il fantasioso narratore rivede in paese Marina(Schiaffino) che si è fatta una bella ragazza e che accetta le sue premure. I vecchietti, ormai in possesso di un ettaro di cielo, non vedono l’ora di prenderne possesso e decidono di morire raggiungendo un posto del fiume in cui immergersi ed annegare. Ma quando la barca si riempie d’acqua essi non annegano perché vengono salvati dal custode delle acque demaniali Garibaldi, un altro caratteristico personaggio del film. Giunge intanto Severino con Marina ed il tutto finisce con una bella mangiata di anguille trovate nel fondo della barca. E ritorna la serenità. Un film che costituisce un ritratto genuino di una umanità sincera, in cui è chiara l’ispirazione neorealista. Permeato da un’atmosfera poetica che fa apparire possibile anche avvenimenti paradossali. Il film era stato presentato con successo al Festival di Locarno.
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