mercoledì 24 agosto 2022

Tempus fugit (racconto bonsai)


Il tempo non basta mai.

Fugge e tutti i tentativi per afferrarlo e tenerlo stretto sono vani.

Continua a fuggire.

L'altra sera ero in un parco di Ferrara. Nell'arena estiva era programmata la proiezione di una pellicola di diversi anni fa.

Sedie ordinate e pulite.

Qualche attempata signora borghese, che chiacchiera annoiata.

Improvvisamente il cielo si apre ed ecco un violentissimo temporale estivo.

Le signore corrono a ripararsi, ma il peggio è ormai avvenuto.

Una gronda acqua e mascara, che scivolano tra le rughe disegnando terribili arabeschi da film dell'horror, non quello in programma quella sera.

La vicina si è riparata sotto un cappello a large falde, che adesso sembra un ombrellone semi-chiuso sulla spiaggia di Lido di Spina.

Il marito – o, comunque, il suo accompagnatore – continua a sussurrarle dolci frasi per tentare di calmarla, ma tutto è inutile. Del resto anche i suoi baffi stanno perdendo colore dopo aver combattuto ed essere stati miseramente sconfitti dalla pioggia battente.

Abbandono il teatro del nubifragio, in realtà è un cinema all'aperto. Non posso fare a meno di pensare alle tristi vittime non dell'acqua, ma dell'impietoso tempo che fugge.

Passeggio per le vie cittadine illuminate dai lampioni, che grondano le ultime gocce.

Due ragazzini giocano in Largo Savonarola. Il primo deve saltare la pozzanghera senza caderci dentro. Si concentra, si lancia e riesce.

La bambina erompe in un gridolino di rabbia. Adesso tocca a lei. Si pone davanti all'ostacolo acqueo e salta. Anche lei riesce.

Pari.

La sfida diventa più allettante.

La pozzanghera più ampia.

Salta il primo. Un successo.

Ci prova la bambina. Il tallone finisce nell'acqua e lo schizzo arriva sul gonnellino chiaro. La madre la richiama spazientita, la figlia comincia a piangere e il fratellino a ridere.

Tra quanti anni dimenticheranno questa serata e per quanto tempo la ricorderanno?

Io, intanto, cerco di fissare la scena nella mia memoria. E li immagino alla mia età: lei avrà partorito due bambini così vivaci? E lui avrà trovato la sua anima gemella?

Percorro ancora qualche metro. Sono davanti alla Cattedrale e anche le statue dei due signori estensi sembrano guardarmi e condividere i miei pensieri.

Di tempo trascorso ne hanno visto tanto: sia da vivi che da statue. Chissà quante ne avrebbero da raccontare.

Eppure mi guardano e non dicono nulla.

A nessuno è concesso di rivelare il segreto del tempo che fugge.

Guardo l'orologio.

Mezzanotte!

Si è fatto tardi. Domani sveglia all'alba per la sbiciclata sull'argine del Po.

Non puoi distrarti un attimo che il tempo ti sfugge dalle mani...

(Domenico Allocca)

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